Olivia

di Dorothy Strachey

- a cura di Nimei -

L'opera è la prima del fortunato filone dei "romanzi di collegio" dove la collegiale finisce suo malgrado, per innamorarsi o di una compagna di college o di un'insegnante. Tutti amori proibiti, dove il finale è quasi sicuramente triste e infelice.

Pubblicato anonimo nel 1949 in Inghilterra, col titolo misterioso di Olivia by Olivia, solo negli anni Ottanta fu restituito, grazie a una nuova edizione, alla sua autrice Dorothy Strachey. Apparve allora chiara la sua appartenenza alla cerchia di intellettuali noti sotto il nome di gruppo di Bloomsbury, di cui facevano parte Virginia Woolf, cui il libro è dedicato, e lo storico Lytton Strachey, fratello di Dorothy. Del libro esistono innumerevoli edizioni.

E' la storia di un amore proibito e indicibile quello che lega la giovane di buona famiglia Olivia a Mademoiselle Julie, l'affascinante direttrice a sua volta innamorata di un'altra donna e decisa a combattere la sua attrazione per l'allieva. La ragazzina, che non sa nulla delle questioni sentimentali, è turbata, sbalordita e via via travolta dalle emozioni che prova per la sua insegnante e alle quali non sa dare un nome. E tutto resta fino alla fine così, senza nome, inesplicato, sul filo del rasoio tra croce e delizia.

Nonostante l'apparenza della trama, rimarrete piacevolmente sorpresi dal pudore e le virtù delle protagoniste. Il tutto condito da trame oscure e boccette di veleno. Poco sospetterà la candida Olivia, ma ricorderemo a lungo la stretta del suo sfogo così autentico e così mirabilmente «lavorato» dall'autrice.

Nel 1951 da quest'opera Jacqueline Audry ha tratto un film omonimo, che ha però modificato la storia lesbica del romanzo.

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