Dichiaro: nessuno dei personaggi qui rappresentati è di mia proprietà, appartenendo di diritto alla P&G; li uso a puro scopo di divertimento e non intendo guadagnare alcunché dal mio lavoro.

Spoilers: nessuno, la soap è finita (sigh!). Si fa comunque riferimento a molti fatti visti negli  episodi di Guiding Light a partire da ottobre 2008.

Nota dell'autrice: ho tentato di riempire uno dei molti – troppi! – buchi lasciati dalle sceneggiatrici nella trama della soap, probabilmente per la fretta di dover concludere tutte le storie in modo più o meno dignitoso, prima della puntata finale. Il mio tentativo è quello di raccontare i fatti che sono accaduti nel lasso di tempo tra il giorno della partenza di Rafe e quello in cui è nata Francesca. Ogni evoluzione presa dalla storia è da imputare al mio arbitrio: la cosa mi ha permesso di dare dei risvolti imprevisti a determinate situazioni. Ho comunque fatto riferimento costante a molti fatti realmente "accaduti" nella soap.

Nota 2: il titolo prende spunto dalla canzone "A te", di Jovanotti: credo che sia una delle più belle canzoni d'amore degli ultimi tempi e l'ho sempre trovata adatta alla storia di Otalia. Capirete il perché.

Ringraziamenti: un grazie particolare alla mia beta reader Debby, che si sorbisce lunghe ed estenuanti letture, soprattutto perché ho la cattiva abitudine di cambiare idea sui pezzi all'improvviso e scriverne nuove versioni... Grazie anche a Sa, che ha letto con interesse ogni capitolo, scambiando con me i suoi pareri e i suoi preziosi consigli.

Commenti: sempre i benvenuti, purché siano critiche costruttive.

Avvertenze: qui si parla di un amore tra donne e c'è la seria possibilità che vi siano descrizioni di scene intime fra adulti consenzienti. Se la cosa vi disturba, fermatevi qui e andate a leggere altrove...

 

L'UNICA RAGIONE

di LaDor

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Capitolo 1

 

- Allora. Unire il blocco A al perno C, ruotando il pezzo finché i fori non si allineeranno. Inserire una vite del sacchetto 2 e fissarla con l'apposito bullone, come da illustrazione... Bene... il bullone... quale bullone?? - Olivia si guardò intorno: nel salotto della Fattoria regnava il caos più assoluto. I pezzi degli imballi erano sparsi un po' ovunque, in una confusione di viti, chiavi, pezzi di polistirolo, sacchetti di plastica e, ovviamente, le parti (ancora tutte separate) del box da assemblare.

- Non è stata un'idea splendida, Spencer. - ammise ad alta voce.

Pizzicandosi la punta del naso, Olivia considerò la situazione: erano passate due ore da quando, uscita Natalia, si era affrettata a togliere l'enorme scatolone dalla rimessa delle auto, credendo ingenuamente che sarebbero bastati al massimo 20 minuti per mettere insieme quell'aggeggio.

Dopotutto, non era in grado di gestire perfettamente, e da sola, il Beacon? Come poteva non riuscire in questo semplice lavoro manuale?

E invece s'era sbagliata di grosso. Non solo non ce l'aveva fatta ma, nel tentativo, si era, in sequenza, tagliata un dito, esibita in una parata di parolacce che nemmeno uno scaricatore avrebbe potuto mettere in fila, aveva stortato – ma senza volerlo, eh! - un pezzo che, poi, si era rivelato utilissimo, ma solo se dritto.

Dulcis in fundo, aveva sparpagliato viti e bulloni ovunque: impossibile, ora, sapere a quale sacchetto appartenessero.

Insomma, una frana totale. E Natalia stava per tornare.

Olivia iniziò a considerare il fatto che una resa dignitosa era sicuramente meglio di una riuscita disastrosa.

Si alzò, sbuffando e sgranchiendosi rumorosamente gambe e schiena, ed iniziò un mesto pellegrinaggio per la stanza, raccogliendo qua e là i pezzi che lei stessa aveva gettato in un momento di stizza. "O di panico.", confessò a se stessa.

Appoggiato ad una parete, il fondo morbido del box le sorrideva con le fattezze bonarie di Winnie the Pooh... Olivia stortò la bocca da un lato ed inarcò il sopracciglio: anche l'orso la stava prendendo in giro. Meglio farlo sparire, quindi, e subito. Olivia freakin' Spencer che si fa metter sotto da un cosetto di pezza ossessionato dal miele? Non sia mai.

Sospirò. Già aveva giocato di fantasia, immaginandosi in anticipo la sorpresa sul volto di Natalia davanti all'oggetto meraviglioso, montato perfettamente, che faceva splendida mostra di sé al centro del salotto. Troppo in anticipo, a quanto pare.

 

Avevano visto insieme il box per bambini, giusto qualche giorno prima, e la portoricana se n'era completamente innamorata, salvo poi considerare che era costoso e, forse, non valeva la pena spendere tanti soldi per qualcosa che sarebbe stato utile solo per poco tempo. Olivia era comunque certa che ci avesse lasciato il cuore, nonostante tutte le prediche sulla morigeratezza ed il risparmio in tempi di crisi in cui si era prodotta, davanti all'enorme e coloratissima vetrina.

- Potremmo usare quello di Emma: so che lo tieni in uno dei ripostigli del Beacon. - aveva considerato, prendendo Olivia a braccetto e trascinandola via dalla vetrina, - O andare in uno di quei centri che vendono accessori per l'infanzia di marche non così famose... sai come la penso sui soldi. - aveva chiosato, forse per giustificare un attimo d'indecisione nella voce. - In fin dei conti, l'hai già avuta vinta con la storia dell'arredatore per la cameretta, Olivia Spencer: non tirare troppo la corda! - aveva concluso, ridendo.

Olivia non s'era lasciata scappare l'occasione: - Sì, lo so, ma per la nostra bambina voglio il meglio e il meglio avrà! E' l'unica, fra tutti i nostri figli, che avrà insieme tutto quello che gli altri hanno avuto solo in parte: Emma non ha mai avuto due genitori sotto lo stesso tetto contemporaneamente, Rafe non ha mai avuto un padre, Ava è addirittura cresciuta senza di me... Francesca, invece, avrà tutto: due mamme che vivranno con lei, un padre sempre presente e una famiglia che la circonderà e sarà con lei durante tutta la sua crescita ed oltre. - aveva lanciato uno sguardo amorevole verso il pancione prominente della compagna, cosa che non era passata inosservata all'altra donna, e che aveva provocato un'immediata super produzione di fossette sulle guance di Natalia.

- E poi, diciamocelo chiaro, se c'è qualcuno che ha problemi di soldi, beh, quelle non siamo certamente noi! - aveva concluso trionfalmente, sciogliendosi dal braccio della compagna, solo per aver l'agio di prenderla per mano e continuare a camminare allegramente.

A quel punto Natalia l'aveva trattenuta dal proseguire, restando ferma sul marciapiedi ed attirandola vicino a sé, per quanto il ventre ormai decisamente oversize lo permettesse.

- L'hai detto tu stessa: Francesca ha tutto. Un box iper costoso non farà certo la differenza, per lei! Piuttosto, pensavo a quel carillon di animaletti così carini... -

- E così inutili... -

- Sarà, ma... ha un suono così dolce e... non costa come una casa! - Nat aveva sfoderato un sorriso irresistibile e Olivia, completamente ammansita, aveva sfiorato con il dorso della mano la guancia della compagna.

- Va bene, hai vinto: niente box con doppio rinforzo, bilanciamento anti caduta, fondo antigraffio e garanzia illimitata. Però ammetti almeno che ti piaceva da morire! -

- Certo, era il miglior box che io abbia mai visto! Come poteva non piacermi? E poi, lo sai, Winnie the Pooh è il mio preferito... -

- Ah! - aveva risposto l'altra, riducendo gli occhi ad una fessura maliziosa e fingendosi risentita, - Io pensavo che in cima alla tua classifica ci fosse Spongebob... -

- Sciocca che sei, certo che mi piace Spongebob, ma solo addosso alla mia hotelier preferita... - la mora si era avvicinata impercettibilmente, sorridendo, lo sguardo fisso sulle labbra dell'altra. - Diciamo che mi piace soprattutto quando lo levo di torno... - aveva concluso, ammiccando, e sfiorando con la punta di due dita la bocca di Olivia.

Sentendo i brividi correrle giù per la schiena, Olivia aveva preso due grossi respiri: - Wow, piano, tigre: siamo per strada! Vediamo almeno di arrivare a casa... -

Non aveva potuto terminare la frase perché Natalia le aveva dato un veloce bacio sulle labbra e l'aveva trascinata di gran carriera verso il parcheggio, improvvisamente impaziente di salire in auto.

Eh, benedetti ormoni in sovrabbondanza!

Per quel giorno il discorso "box" era stato messo definitivamente da parte e, col passar del tempo, l'aggeggio era lentamente scivolato nell'oblio finché, qualche giorno dopo, Olivia non aveva visto Frank e Blake davanti alla stessa vetrina, intenti ad osservare e commentare l'oggetto del desiderio.

I due stavano discutendo tranquillamente fra loro e Olivia, cercando di dare il meno possibile nell'occhio, s'era avvicinata con fare cauto, ma disinvolto.

Incredibile come quei due fossero così presi da non accorgersi di lei! Considerò che solo nelle soap opera accadevano certe cose, ma anche che Frank e Blake non potevano essere considerati del tutto normali, visto come erano riusciti a mettersi insieme senza conoscersi, pur frequentandosi da una vita. Sì, la storia di quella coppia sembrava scritta da uno sceneggiatore televisivo a corto di idee: per fortuna che non si poteva dire lo stesso di lei e Natalia!

- Pensi davvero che gli piacerebbe? Non credi che vorranno scegliere loro cosa tenere in casa? - stava chiedendo Frank, con aria poco convinta.

- Ma no, Frankie! - l'aveva interrotto Blake, l'aria sicura di chi sa bene cosa fare, in ogni momento. - Figurati! La gente accetta sempre volentieri regali di questo tipo! E poi, vuoi mettere la bella figura? Arrivi a casa  loro con la scatola e monti il regalo davanti ai loro occhi: meglio di così! - aveva concluso, accarezzando il braccio del suo uomo.

A questo punto, dentro ad Olivia era scattato qualcosa, una sorta di ribellione legata a futili motivi, un'ansia repressa che si portava dentro dal 17 agosto, giorno in cui Nat era tornata nella sua vita, portando con sé la notizia di aspettare un figlio da Frank.

NO. Non anche questo! Basta con le sorprese che precedono e soddisfano scelte che lei e Natalia avrebbero potuto fare da sole! Quante volte, prima di quel maledetto Barbeque dai Bauer, s'era persa ad immaginare una bella visita in una qualsiasi banca del seme, solo lei e Nat, giunte fin lì col preciso intento di allargare la famiglia... Aveva previsto nei minimi dettagli le caratteristiche del donatore: pelle chiara, occhi verdi, capelli castano scuro. Le sue caratteristiche. E Natalia, a quest'ora, avrebbe portato dentro di sé un bambino scelto e voluto da loro, non capitato per caso, e che avrebbe portato il suo cognome, oltre a quello della madre, senza andare invece ad aggiungersi alla lista dei Cooper, lunga come il ponte di Brooklyn, escludendo così, completamente e legalmente, Olivia Spencer da qualsiasi presunto legame di parentela.

Aveva scosso la testa, scacciando l'invidia in un angolino della mente e vergognandosi come una ladra di essersi lasciata andare a un pensiero così fosco: la bambina stava bene, era stata concepita perché Natalia, in quei giorni, era sconvolta dall'improvvisa rivelazione di essere innamorata di una donna e, torturata dalla certezza di commettere peccato mortale e dal dubbio che forse Olivia non provasse lo stesso per lei, piuttosto che confessare i propri sentimenti alla migliore amica, aveva preferito cercare di dimenticarla, facendo sesso non protetto col primo capitatole a tiro, guarda caso il detective Cooper. Come da lei stessa ammesso, per tutto il tempo in cui era stata con Frank, la donna non aveva fatto altro che pensare a Liv. Nella sua testa, quella sera, erano stati di Olivia le mani, le labbra, i gemiti, il corpo che scivolava sopra il suo... Per quanto la trovasse strana, alla fine Olivia aveva accettato la cosa: una sorta di concepimento "a distanza", che la rendeva genitore ad honorem.

Tanto le doveva bastare, aveva deciso in modo definitivo tempo prima, mentre si recava alla sua prima ecografia nel ruolo di "mamma n°2", e tanto le bastava per considerare Francesca figlia sua a tutti gli effetti.

Così, fatto pace con se stessa, aveva reso nota la propria presenza alla coppia, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse.

- Ma dai! Anche voi qui! - aveva sorriso maliziosa, - Piani per il futuro? - aveva ammiccato.

Frank l'aveva guardata basito (forse non aveva capito la battuta), ma Blake era arrossita: -No, figurarsi! Frankie ha già una bimba in arrivo, non possiamo pensare ad altro, per il momento! - e aveva rivolto uno sguardo zuccheroso al proprio uomo.

Olivia aveva alzato gli occhi al cielo: ci mancava che anche Blake si considerasse in qualche modo "mamma" della nascitura!

"Tempo d'agire, Spencer!", aveva gridato una vocina risoluta nella sua testa.

- Stavo giusto entrando nel negozio... - aveva accennato con noncuranza, - Io e Nat ci siamo letteralmente innamorate del box con Winnie the Pooh: pensiamo sia perfetto per la camera di Francesca. D'altronde, pur essendo pienamente funzionale, è pur sempre costruita nel tentativo di ricreare un ambiente fiabesco, come hai potuto vedere tu stesso dai disegni, giusto, Frank? - aveva terminato, pienamente soddisfatta del tono autoritario assunto.

Solo allora aveva fatto caso alla piega amara che si era dipinta sul volto dell'uomo.

"Ben ti sta: battuto sul filo di lana!" aveva esultato tra sé, " E, comunque, l'avevamo visto prima noi.", aveva concluso, tanto per giustificare l'insana soddisfazione che si stava facendo largo nel suo cuore di madre putativa.

- Immagino lo farai portare a casa e montare dagli operai... Il negozio mette a disposizione trasporto e assemblaggio, ma a che prezzi! - aveva iniziato Blake, ripresasi quasi subito.

- Vedi.. Io e Frank... -

- Avevamo pensato di regalare a Francesca il box. - l'aveva interrotta il detective, con aria burbera. - Ma, a quanto pare, l'idea era già venuta a voi... - la piega si stava facendo sempre più amara, inesorabilmente e Olivia si era chiesta quanto davvero la vicinanza di Blake avesse aiutato il povero detective Cooper a dimenticare Natalia. - Comunque, io non pensavo nemmeno lontanamente di farlo montare da altri... - aveva concluso l'uomo, fissando uno sguardo freddo negli occhi di Liv, - So quanto Natalia detesti lo spreco di denaro. -

"Ah, colpo basso, Cooper!", Olivia aveva inarcato il sopracciglio e inspirato profondamente: se era la guerra che voleva, il brav'uomo l'avrebbe avuta. E senza esclusione di colpi!

- In effetti, anch'io ho capito quanto sia importante la parsimonia, ora. D'altronde, vivendo con Natalia, non posso fare a meno di capirla e condividere ogni giorno di più il suo modo di pensare... Eh, sì: è una donna speciale e sono così felice di averla nella mia vita! Emma e Francesca cresceranno campionesse del risparmio, ci potete giurare!" aveva aggiunto ridendo, un fuoco verde intenso negli occhi: niente le dava più soddisfazione che una battaglia verbale.

Frank aveva abbassato lo sguardo per un attimo.

- E così avresti intenzione di montarlo tu da sola? Tu! Che compri gli alberi di Natale già corredati di palline e luci e spray al profumo di biscotto per evitare di cucinare? E' quasi incredibile... - aveva sibilato, a metà fra l'allibito e il contrariato.

Sul viso di Olivia si era disegnato un mezzo sorriso: - Oh, Frankie, sapessi quanti biscotti ho cucinato con Nat, da un anno a questa parte! Lo spray profumato non è più nei miei pensieri da tanto, tanto tempo, ormai! - aveva terminato e una risata compiaciuta era arrivata ad accompagnare la frase. - E comunque, per la cronaca, sì: monterò io il box. Sai com'è: usare le mani, ormai, non è più un problema, per la sottoscritta... - una piccola pausa, tanto per lasciar decantare l'affermazione, sperando che chi di dovere la capisse una volta per tutte, e poi aveva concluso: - Ed ora, se volete scusarmi, vado a prendere il box: friggo dalla voglia di portarlo a casa! -

Così dicendo, aveva salutato la coppia con un frullio di dita e s'era fiondata nel negozio, senza ancora di avere il tempo di pensare a quello che stava facendo.

Blake e Frank erano rimasti immobili per un attimo, prima che l'uomo si voltasse e chiedesse:

- 'Problemi ad usare le mani'?? Ma ti risulta che Olivia soffrisse di disturbi alle articolazioni? -

Blake Marler, scrittrice di torbidi romanzi rosa di discreto successo, inguaribile romantica ma smaliziata indagatrice dei segreti delle alcove, neo fidanzata con un uomo che conosceva da secoli, ma del quale s'era 'invaghita' online (stentava ancora a definire il sentimento vero e proprio amore e, forse, aveva le sue buone ragioni a non fidarsi del tutto...), aveva alzato gli occhi al cielo: altro che problemi alle articolazioni! Il fatto che Frank non fosse un campione d'intuizione poteva preservarlo da shock epocali, d'accordo, ma essere ingenui fino a questo punto era decisamente un po' troppo.

- Frank... - aveva iniziato, con aria rassegnata, mentre il suo volto assumeva un'espressione sconsolata.

In quel preciso istante, mentre tentava di decifrare lo sguardo di Blake, l'uomo aveva all'improvviso realizzato la portata di quanto detto da Liv e la verità gli era arrivata addosso con la potenza implacabile di un colpo di cannone: Olivia Spencer aveva realmente scoperto tutti gli utilizzi delle sue preziosissime dieci dita. E, con ogni probabilità, la principale beneficiaria della scoperta era la madre della bimba in arrivo...

Boccheggiando, e arrossendo fino alle orecchie davanti allo scenario che gli si era istantaneamente raffigurato in testa, Frank aveva preso per mano Blake e, senza più dire una parola, si era allontanato di gran passo dalla vetrina.

 

Olivia terminò di sistemare le ultime viti nel sacchetto che, per dimensioni e proporzioni, le era sembrato il più adatto.

Sospirò, tenendo i pugni ai fianchi e cercando di non pensare allo sguardo di Winnie the Pooh, fisso sulla sua nuca.

- Merda... - sibilò, passandosi una mano tra i capelli.

Sicuramente Natalia avrebbe scoperto l'enorme scatolone di lì a giorni - se non ore! - e si sarebbe arrabbiata; avrebbe preteso di sapere il perché, il come e il quando e non le avrebbe dato tregua finché lei non si fosse decisa a confessare tutto, dal primo all'ultimo pensiero.

E, allora, Nat si sarebbe infuriata di sicuro un'altra volta, se possibile ancora più di prima, perché la gelosia è peccato mortale e Olivia adesso rischiava seriamente di bruciare tra le fiamme della dannazione eterna per aver acquistato un box per bambini senza dirle niente e solo allo scopo di bloccare l'iniziativa poco gradita di Frank Cooper...

- Merda, merda, merda... - ripeté, andandosi a sedere pesantemente sul divano: si sentiva insolitamente agitata, come una ragazzina che deve far firmare un brutto voto ai genitori e non sa come indorare la pillola per iniziare il discorso.

Appoggiò la testa sulla spalliera e socchiuse gli occhi, realizzando che non era affatto nelle sue capacità quella di predire il futuro: s'era illusa che avrebbe goduto dei ringraziamenti "speciali" di Nat per la splendida sorpresa, una volta rimaste sole nel segreto della loro alcova... Invece...

Voltò lentamente la testa di lato e scoccò un'occhiataccia alla madonnina di ceramica che la guardava benevola dalla mensa del caminetto: - Una mano quando ce n'è bisogno no, eh? -

La madonnina, naturalmente, fece finta di niente.

- Eh, già: cosa vuoi saperne tu di box... - sorrise, - Tu t'intendi solo d'amore... E, per quanto mi riguarda, va bene così: con me hai fatto un buon lavoro! - chiuse gli occhi del tutto e cercò di rilassarsi e non pensare... Due sogni infranti nel giro di poche ore: questo era troppo anche per Olivia Spencer.

 

- D'accordo, dove sono nascosti i ninja? -

La voce acuta del sindaco Woolfe la riscosse violentemente dal torpore in cui era caduta.

- Dannazione, Doris! Vuoi farmi morire d'infarto?? Devo forse ricordarti che sono una trapiantata di cuore?? - Olivia scattò in piedi in una frazione di secondo, del tutto disorientata dal risveglio forzato ed improvviso.

L'altra donna allargò le braccia, ridendo: - Seeee... Lo rammenti agli altri quando ti serve! Per quanto, a dire il vero... - osservò con aria critica l'amica davanti a lei, scuotendo lentamente la testa, - Mi sa, cara Ms Spencer, che lei ha bisogno di una vacanza, a quanto pare! La vita coniugale l'ha già ridotta in un pessimo stato... chissà quando arriverà la prole: non oso pensarci! - rise, da sola.

- Ah. Ah. Ah. Spiritosa. - le fece il verso l'altra, - Piuttosto, cosa c'entrano i ninja in casa mia? -

- C'entrano eccome: solo chi ha ninja nascosti in casa può permettersi di lasciare spalancata la porta, in tempi come questi. E la tua porta completamente aperta era un succoso invito per chiunque ad entrare, me compresa! Come vedi, eccomi qui! -

Il viso di Olivia scolorì all'istante.

- Completamente aperta??? Oh, Cristo! - si portò platealmente una mano alla fronte: - Ero convinta d'averla chiusa dopo esser entrata, trascinandomi dietro... -

- Nientepopodimeno che Winnie the Pooh! - esclamò il sindaco, con aria insopportabilmente ironica. - Devo cominciare a preoccuparmi davvero, Liv? Ultimamente i tuoi gusti nelle frequentazioni si sono fatti alquanto strani. Lasciando perdere la masnada dei Cooper, che sei costretta ad incontrare per via delle pubbliche relazioni in qualità di 'mamma n° 2', per il resto... Gli Spaulding una volta a settimana, Liv... -

- Ma... E' per Emma! - intervenne l'altra, senza colpo ferire.

- Certo, capisco, però ricorda che sono da prendere a piccole dosi, quelli lì! E, poi, Reva. Dico: Reva! Sali a Cross Creek almeno una volta ogni quindici giorni! -

- Ma cos'è, mi tieni d'occhio? -

Doris alzò gli occhi al cielo: - Io? Cara, ho ben altro da fare! Ma non sono tagliata fuori dal mondo, sai! Che colpa ne ho se tu rendi noto ogni movimento tuo e della tua famiglia su Twitter? Cosa credi, d'essere l'unica a possedere un cellulare di ultima generazione? -

- Lo faccio per Rafe. - si giustificò prontamente Olivia. - Voglio che il mio ragazzo sappia sempre cosa sta facendo la sua famiglia, anche se è lontano. Voglio che si senta a pochi chilometri da noi, anziché a migliaia. E se Twitter... -

- O Facebook... -

- D'accordo, o Facebook, possono servire allo scopo, ben venga! Non sempre la web-chat funziona, con la connessione via satellite, per cui questo è un modo sbrigativo per comunicare... -

Lo sguardo di Doris s'era man mano intenerito: alla donna non era affatto sfuggito il riferimento a Rafe come "il mio ragazzo" e s'era immediatamente compiaciuta della cosa. Finalmente Olivia aveva una famiglia, quella che aveva sempre desiderato e che si meritava.

- Ad ogni modo, ciò non toglie che i personaggi che frequenti siano veramente strambi. E non è finita qui. Non credere che non lo sospetti: con Natalia in casa, come minimo... - il suo sguardo esplicativo si posò senza pietà sulla povera madonnina di ceramica.

Compreso dove volesse andare a parare l'amica, Olivia intervenne prontamente: - Eh, no: lei lasciala stare. -

- Amiche intime? - chiese sardonica l'altra.

- Diciamo che ci stiamo conoscendo e che lei... mi ha fatto un enorme favore. - Olivia si fece circospetta. - Però, per ora, ti pregherei di tenere per te l'informazione, soprattutto davanti a Natalia. Grazie. -

Il ghigno che si disegnò sul volto di Doris aveva un non so che di diabolico. Olivia guardò la donna con fare sospettoso.

- Cos'è, Olivia, hai paura che, se lo sapesse, ti trascinerebbe agli incontri in canonica tutti i venerdì sera? -

Liv si osservò ostinatamente la punta delle scarpe: – I giovedì, non i venerdì... Il venerdì c'è la 'serata cinema' in casa... -

E la verità investì Doris Wolfe come un fiume in piena.

La donna prese due grandi boccate d'aria e si schiantò di peso sul divano: - Tu vai già agli incontri in canonica... - si passò le mani tra i capelli, leccandosi le labbra, improvvisamente riarse. - Se hai qualcosa di forte in casa, è il momento di offrirmelo. -

- Veramente... Rick Bauer, all'ultima visita, mi ha trovata alquanto migliorata e così, io e Nat, avremmo deciso di limitare l'uso degli alcolici. Solitamente, quando pranziamo insieme al Towers, nelle pause dal lavoro, mi concedo del vino, ma qui in casa, purtroppo, almeno per ora, non ce n'è. - concluse, sorridendo soddisfatta.

Il viso del sindaco si contorse in una smorfia di raccapriccio: - Mio Dio, ma chi sei tu? Dov'è l'Olivia Spencer che conoscevo??? ESCI DA QUESTO CORPO!!! - ordinò con fare autorevole da esorcista, prima di lasciarsi andare ad una risata liberatoria, tanto coinvolgente da trascinare con sé anche quella dell'amica, sedutasi sul divano accanto a lei.

 

 

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